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SOSTENIBILITÀ: A CHE PUNTO È LA BIKE INDUSTRY?

visibility267 Views comment0 comments person Posted By: Bike for trade list In: News

Il magazine b2b Cycling Industry News ha svolto un'interessante analisi sulla sostenibilità  in rapporto agli operatori della bike industry, cercando di individuare quali siano le aziende più sostenibili del settore, un argomento attuale quanto scottante e controverso, in quanto si parla di greenwashing e di modalità di monitorare lo stato dei progressi in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Quindi, quanto sarebbe sostenibile l’industria del ciclo? A prima vista, la maggior parte delle persone, sarebbero sicuramente portate a sostenere che sia sulla buona strada, dato che la bici è un mezzo pulito e l’esercizio fisico può essere benefico per la salute mentale e fisica, ma poi subentrano altri fattori legati più alla produzione. Occorre quindi porsi altre domande come: quanta CO2 emette il ciclo di produzione di bici e componenti in fibra di carbonio? E come sono le reali condizioni di lavoro del personale nelle fabbriche dell’estremo oriente? Oppure, quanta uguaglianza c’è nel negozio di biciclette medio? Quanto è sostenibile presentare nuovi modelli ogni anno che rendono in automatico obsolete le scorte precedenti?

Sono tutte domande lecite quelle che pone la redazione di Cycling Industry News, e che prendono in considerazione vari aspetti anche scomodi e difficili da digerire, ma che ci aiutano a uscire dalla logica dell’apparenza e dal greenwashing. Anche se il concetto di certificazione B Corp potrebbe non essere conosciuto e apprezzato da tutto il mondo bike come lo è nel mondo dell’outdoor, c’è chi si sta movendo, e il primo brand dell’industry a ottenere questa certificazione è stata la storica azienda americana Chris King Components.

Non dovrebbe sorprendere che Chris King abbia scelto di ottenere un accreditamento ufficiale per le sue pratiche sostenibili. L’azienda è nota per le sue garanzie a vita sui prodotti, a sostegno dell’idea che il ciclismo non dovrebbe far parte della cultura usa e getta. Tuttavia, per Chris King la sostenibilità va ben oltre la realizzazione di parti che durano e non rende i suoi prodotti obsoleti ogni anno semplicemente introducendo nuovi design. Ottenere la certificazione B Corp include l’adozione di principi etici come la produzione locale, il riciclaggio ove possibile, il pagamento di un salario minimo e l’uguaglianza di genere tra i dipendenti.

Da questa parte dell’oceano, il produttore di biciclette, abbigliamento e attrezzature outdoor Alpkit (Sonder Bikes) afferma di essere l’unico produttore di biciclette ad aver ottenuto la certificazione B Corp. Anche se l’effettivo accreditamento da parte di B Lab è molto recente, per Alpkit è solo un altro passo sulla strada della sostenibilità che ha avuto luogo sin dalla fondazione dell’azienda.

Mentre Chris King e Alpkit sono due esempi di aziende del settore delle biciclette con un focus sul lato hardware del mercato, il settore dell’abbigliamento è potenzialmente meno soggetto a essere visto come sostenibile. Tuttavia, alcuni operatori stanno cercando di cambiare questa percezione e un esempio è Isadore, il marchio di abbigliamento fondato dai fratelli ed ex corridori su strada professionisti Martin e Peter Velits.

È chiaro che affinché un’azienda si muova verso la sostenibilità, deve essere consapevole della provenienza dei materiali e delle forniture e che la forza lavoro in ogni fase del processo di produzione è trattata in modo equo. Quindi, cos’altro si può e si deve fare per rivendicare la propria adesione ai principi della sostenibilità? Il riciclo e l’uso di materiali riciclati sono sempre stati punti di forza di Chris King, ed è un tema comune sia a Isadore che ad Alpkit.

Sarà importante continuare a diffondere questa cultura sempre più all’interno dell’industria, perché a ora è un processo che sembra poter essere attuato solo dal basso. I grandi operatori ancora nicchiano e non si espongono troppo, limitandosi a dichiarare che le bici prodotte sono genericamente “green” o “sostenibili” durante il loro utilizzo, senza fare troppa menzione alla catena di produzione. In Italia, per fare il paio a Isadore, alcune cose si stanno muovendo anche nel campo dell’abbigliamento, dove sempre più aziende propongono prodotti che utilizzano filati realizzati con materiale riciclato.

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